Il tatto: comunicazione senza filtri
La prima sensazione del cucciolo, non appena viene al mondo, è un’esperienza di contatto: la mamma lo lecca per liberarlo dalla placenta e per dare inizio alla respirazione autonoma.
Per il cane la vita inizia con una sensazione tattile.
Il contatto con la mamma e i fratellini è, in un certo senso, la prima forma di dialogo che un cucciolo sperimenta con l’ambiente circostante: appena nato, incapace di termoregolarsi, avrà infatti bisogno del loro calore (e quindi di essere a stretto contatto con loro) per poter sopravvivere.
Senza quella vicinanza, senza questo ‘appagamento tattile’, il piccolo proverebbe solo emozioni negative, di smarrimento, vulnerabilità e paura (ecco perché quando un cucciolo viene tolto dalla cuccia di solito piange disperatamente)…
A questo punto non è difficile comprendere il ruolo fondamentale che la comunicazione tattile riveste nell’arco dell’intera vita del cane.
E noi, che ruolo abbiamo?
Quando si accoglie un cucciolo in famiglia, dovrà essere cura del proprietario dare continuità al lavoro svolto dalla mamma nelle prime settimane, abituando fin da subito il piccolo alle nostre manipolazioni su tutto il corpo, fino ad arrivare alle parti generalmente più sensibili (come le zampe e le zone interdigitali).
In questo modo abitueremo anche il cucciolo a non avere paura delle visite veterinarie, in particolare di quelle ortopediche (spesso poco piacevoli).
Ma non solo… abituare un cucciolo al contatto gli permetterà di vivere appieno la comunicazione con il proprietario che, per buona parte e da entrambi i lati, è fatta di contatti fisici: carezze, pacche, musate, spinte o semplicemente la vicinanza di quando si riposa vicini.
Da parte nostra è molto importante essere consapevoli di quello che comunichiamo con i vari tipi di contatto.
Per esempio, se vogliamo trasmettere sensazioni di calma e rilassatezza saranno più indicate delle carezze lente, a mano aperta, lungo il fianco del cane, sul petto o sulla zona lombare.
Mentre pacche più energiche sulle cosce provocheranno eccitamento e una maggiore attivazione.
Imparare a diversificare la nostra comunicazione tattile garantisce ai cani che vivono con noi un’esperienza comunicativa più ricca e semplificherà anche la loro comunicazione con noi.
Attenzione però: per esperienze pregresse (nel caso si adotti un cane già adulto) o per caratteristiche individuali, non tutti i cani apprezzano il contatto fisico da parte dell’uomo.
Alcuni possono non gradirlo in determinati momenti, per esempio mentre mangiano o dormono, altri in alcuni punti del corpo, come la classica carezza sulla testa, a volte indigesta anche se a farla è il proprietario.
Per non parlare dell’abbraccio, vissuto dal cane come una costrizione e una limitazione alla sua libertà di movimento, e non come una manifestazione d’affetto.
Soprattutto verso cani con cui non abbiamo grande confidenza è quindi sempre meglio lasciar loro la scelta se farsi coccolare oppure no, senza mai imporci.
A voi farebbe piacere se un perfetto sconosciuto vi accarezzasse la testa mentre siete in fila alla cassa del supermercato o vi desse un buffetto quando vi incrocia per strada?
Se la comunicazione tattile è importante tra persone e cani è davvero fondamentale nella relazione di un cane con altri cani: durante confronti agonistici, quando poggiano il muso o la zampa sulla schiena dell’altro, oppure quando si relazionano ad altri cani per rassicurarli o essere rassicurati, appoggiandosi, strusciandosi o dandosi colpetti col muso, fino ad arrivare ai contatti a scopo di corteggiamento e riproduzione.
Un importante momento di contatto fisico è poi quello del gioco tra cani: qui vale (quasi) tutto, dai piccoli morsi alle spinte, dalle musate ai colpi d’anca, dal sottomettere all’essere sottomessi.
Anche tra noi e il nostro cane si può giocare in modo fisico: giocare a fare la lotta, se fatto in sicurezza e con cani equilibrati che sanno regolare bene il morso, può essere un momento di condivisione senza uguali.
Nulla più del contatto fisico col nostro cane è infatti un’esperienza di scambio immediato e senza filtri di sensazioni ed emozioni.
E i nostri cani, abituati a percepire quello che ci passa per la testa persino dal modo in cui teniamo il guinzaglio, lo sanno bene.