I cani, prima di vederlo, il mondo lo annusano
E questa è forse la loro caratteristica che, a livello sensoriale, li differenzia maggiormente dalla nostra specie (e, spesso, rende a noi umani molto difficile mettersi ‘nei panni del cane’).
Per provare a comprendere la portata dell’olfatto nel cane, ci basti pensare che la sua mucosa olfattiva arriva a estendersi fino a quaranta volte la nostra… Su di essa i recettori olfattivi deputati alla percezione delle sostanze chimiche volatili possono arrivare fino a 220milioni rispetto ai nostri 500mila.
Non solo, i cani hanno un’area del cervello destinata alla rielaborazione della percezione olfattiva in proporzione molto più estesa.
Ovviamente ci sono gruppi di razze come bracchi e segugi in cui la selezione ha esasperato queste capacità rispetto ad altre razze ma la differenza rispetto all’uomo rimane sostanziale per tutti i cani.
Per analizzare un posto in cui non siamo mai stati, a noi basta uno sguardo veloce. I nostri cani invece hanno bisogno di un po’ di tempo perché il loro è un approccio prima di tutto olfattivo, che richiede più tempo e concentrazione. Ideale sarebbe consentire al cane la perlustrazione delle zone perimetrali.
Lo stesso vale quando il nostro cane si trova di fronte a una persona sconosciuta, quando per esempio veniamo fermati da qualcuno che desidera accarezzarlo.
Facciamo in modo che sia il cane a decidere se ha voglia di essere approcciato da un perfetto sconosciuto, a cui comunque chiederemo di farsi prima annusare (e questo vale anche quando entrano ospiti in casa).
Per quanto naturale e istintivo, annusare non è come respirare. Saremo noi proprietari a dover allenare questa inclinazione, proponendo attività sempre nuove che incentivino l’esperienza olfattiva.