Comunicazione è relazione
❗Il modo più immediato che noi abbiamo per relazionarci ai nostri cani è, senz’altro, quello di parlare con loro. Questo però non significa che sia anche il modo più indicato.
Il motivo è presto spiegato: fondamentalmente ci stiamo relazionando con il nostro cane usando un linguaggio per lui non comprensibile.
Ciò premesso, parlare con il cane è qualcosa che tutti fanno, da sempre, al punto che i cani sono perfino arrivati a comprenderci (una ricerca condotta dallo psicologo dell’Università del British Columbia, Stanley Coren – autore del libro “Capire il Linguaggio dei Cani’’ (2003) -, ha dimostrato che i cani possono arrivare a comprendere circa 160 vocaboli).
!?Se però ci fermiamo a riflettere non è difficile rendersi conto che, parlando con il cane, non lo stiamo mettendo nelle condizioni migliori per interagire con noi. Un cane arriva infatti a capire il significato di una parola associandola a tutta una serie di informazioni con cui, senza nemmeno
rendercene conto, noi accompagniamo ogni vocabolo rivolto a lui: ✔ assumendo una certa postura, posizionandoci in un certo modo rispetto a lui, con la mimica facciale e con la velocità dei nostri movimenti. ✔ Il significato delle parole poi varia a seconda del tono, del timbro e del
volume della voce… Tutti questi aspetti rendono, ai suoi occhi, il nostro messaggio molto più completo e profondo rispetto al mero aspetto verbale.
❗E il cane è davvero fenomenale nel leggere la nostra comunicazione paraverbale e metaverbale: noterà ogni aspetto, lo elaborerà, imparerà a prevederlo e lo catalogherà come piacevole per lui oppure no. Stare al passo con la comunicazione umana è per il cane uno sforzo comunicativo enorme, quotidiano e costante. Cercare quindi di migliorare la qualità della
comunicazione con i nostri cani non è impossibile, purché ci si renda conto di quanto valore abbia per loro anche ciò che trasmettiamo in modo inconsapevole.
Certamente può essere molto utile cominciare a modulare il tono della nostra voce a seconda della finalità che vogliamo conferire al messaggio (tranquillizzante, coinvolgente, di attivazione, etc…) ma non si tratta solo di questo. Piuttosto che concentrarci soltanto sulle nostre parole (parlando ininterrottamente con i nostri cani anche quando potrebbero preferire il silenzio) sarebbe un buon punto di partenza prestare attenzione al loro linguaggio❗
❌Il cane non abbaia soltanto. Ulula, ringhia, guaisce, latra, uggiola, geme, ansima, sospira…
E anche considerando il solo abbaio, può essere singolo, in sequenza, emesso con tono basso o con tono acuto, con ritmo regolare o irregolare, e ogni volta assume significati diversi anche in base al contesto.
❌Perfino il ringhio, tanto temuto dai più, è semplicemente una forma di comunicazione vocale che può avere sfumature e valenze molto diverse: un cane ringhia se e quando si sente minacciato, per dare un avviso, ma anche per esprimere un’emozione positiva o durante un gioco molto divertente e coinvolgente. Quante volte sentiamo ringhi, anche forti (quasi piccoli
ruggiti), mentre due cani stanno giocando animati soltanto dalla voglia di divertirsi?! E quante volte un proprietario allarmato richiama il cane interrompendo il gioco sul più bello?
✔Mettersi nei panni del nostro cane è il primo passo per comunicare con lui in un modo che non sia limitato al solo uso delle parole… Ricordiamoci sempre che la comunicazione, con qualsiasi canale la si esprima, è per prima cosa connessione… E che una relazione, per funzionare davvero, deve fondarsi sull’ascolto, sul rispetto, sulla stima e sulla fiducia❗